mercoledì 18 dicembre 2013

A siciliandog in Trieste



Ciao a tutti, 
oggi parliamo di Biagio e della sua simpatica amica Sonia. Lui siciliano doc,  lei triestina verace,  vivono assieme da un paio di anni, da quando cioè Sonia lo ha trovato randagio che girovagava per strada in una splendida mattinata siciliana. Per diverso tempo hanno vissuto nella terra del sole in una casa in campagna, ma poi un bel giorno Sonia ha dovuto di nuovo trasfersi a Trieste. Certo là in Sicilia Biagio era più libero di muoversi, era più indipendente e il trasferimento a Trieste poteva essere per lui un grande trauma, ma come sappiamo il cambiamento è crescita. Eh sì, perché in campagna Biagio aveva meno occasioni di entrare in contatto con Sonia, c’era spazio fuori dove poter stare, non c’era la necessità di uscire per fare pipì…insomma, Sonia e Biagio erano amici ma non si conoscevano ancora troppo bene. Una volta arrivati a Trieste si sono trovati a dover condividere lo spazio di un appartamento, a dover uscire insieme per la passeggiata, ad affrontare le difficoltà e i rumori della città. Biagio all’inizio era un po’ spaventato ma Sonia è stata bravissima ad aiutarlo nel superare le sue difficoltà. Stando sempre insieme il legame tra loro si è rafforzato moltissimo e Sonia è diventata per lui un’amica affidabile, un modello a cui fare riferimento. Queste le parole di Sonia:
“E’ normale che Biagio sia cambiato a tal punto? Quando eravamo in Sicilia lui non mi ascoltava, faceva quello che voleva e le pochissime persone che vedeva non gli andavano proprio giù. Puo’ essere che sente che tutti gli vogliono bene e che viene molto considerato? Ama tutti gli esseri umani ed è davvero dolcissimo”
L’amicizia è una cosa preziosa, troppo preziosa per non dedicargli il tempo che si merita!!!


 E' vero, a Trieste l'aria è leggermente più fresca ma non si può pretendere tutto!

Un FELICE NATALE a Biagio, Sonia e tutti quanti voi!!!

mercoledì 20 novembre 2013

Iniziativa mobility dog a Ragusa

Ciao a tutti,
ecco un'altra iniziativa molto carina per divertirsi in compagnia dei nostri quattrozampe...






...io ci sarò...vi aspettiamo!!!
 

venerdì 8 novembre 2013

Anche Renèe tra gli Amici di Zac!

Ciao a tutti, 
vi presento questa meravigliosa cagnolina!
Lei è Renèe...beh, con un nome così originale non poteva certo non entrare a far parte dei nostri amici, no?
La sua storia è piuttosto travagliata come del resto quella di tutti i quattrozampe che vivono in strada o nei canili. Quando è stata adottata dalla sua amica Ester era davvero in brutte condizioni. Qua sotto la foto di quando è stata portata per la prima volta dal vet:


Ma in poco tempo con l'aiuto dei suoi nuovi amici è riuscita a riprendersi alla grande!

Eh sì, la cara Renèe ha davvero un carattere forte e determinato, diciamo...un bel caratterino! Un esempio? La piccola peste ha preso di mira l'albero di mele che si trova in giardino così adesso è diventato di sua proprietà e ogni giorno si serve da sola, ma del resto...una mela al giorno...
Qua sotto è, invece, ritratta insieme alla sua amica Berta, vi ricordate? La cagnolina che aveva 'litigato' con le scale (vedi tra i post precedenti).

Bene amici, non mi resta che scodinzolare garbatamente a tutte queste belle signorine. A tutti voi, invece, mando un affettuoso...
...bau, bau!

mercoledì 30 ottobre 2013

Max e le patologie legate alla limitazione del territorio!


Max scrive…
 Ciao a tutti amici-mici e amici dei mici, oggi vi voglio far leggere questa letterina che Lisca, un mio caro pen-pet-friend, mi ha inviato pochi giorni fa:
“Caro Max, è da un po’ di tempo che non ci sentiamo ma purtroppo mi è capitata una brutta avventura. Ebbene, tu sai che ho avuto un’infanzia felice: fino all’età di quattro mesi, infatti, ho vissuto insieme alla mamma e ai miei tre fratelli, libero di scorrazzare tra la casa e il giardino di proprietà della mia prima famiglia. In effetti potevo entrare ed uscire di casa, giocare con chi volevo e riposare dove volevo. Ma soprattutto, quello che più mi piaceva era il fatto che erano proprio loro, gli amici umani e in particolar modo la piccola Giulia, a cercarmi per giocare, a propormi cose da fare e a chiamarmi per riempirmi di coccole. Poi, un bel giorno, come tu sai, è arrivata Mirka, amica di Giulia, e si è subito innamorata di me (del resto come biasimarla). Lei mi ha portato a casa dai suoi e dopo non poche divergenze hanno deciso di adottarmi, così mi sono trasferito definitivamente da loro. La casa è un po’ più piccola di quella di Giulia e poi non c’è giardino ma del resto, pensavo, non si può avere tutto dalla vita. Da subito i genitori di Mirka si sono mostrati piuttosto diffidenti nei miei confronti: si vedeva che mi tolleravano per far piacere alla piccola. Quindi, fin da subito hanno avuto con me un atteggiamento di indifferenza quasi totale; del resto loro non c’erano mai a casa e l’unica a giocare con me era Mirka. Poi, a poco a poco, anche lei ha cominciato a stancarsi di me e a trovare mille altre cose da fare: la piscina, lo studio con le amiche, i compiti, i giochi in cortile…insomma, per farla breve, io ero sempre da solo, tutto il giorno. In più la mamma di Mirka, le poche volte che era a casa non faceva altro che controllarmi:
“E non salire sul tavolo…oddio adesso mi fai cadere il vaso da fiori…guarda quanti peli sul divano, non ci devi più salire, capito?!”
Per non parlare poi di quando usciva di casa: abbassava tutte le persiane così che io rimanevo in un appartamento piccolo, senza niente da fare e per di più al buio. Sì, è vero Max, non ti avevo mai espresso il mio disagio: quando ti scrivevo ti dicevo sempre che stavo bene, che era tutto a posto, ma in realtà non era così. Dentro mi sentivo rodere, avevo voglia di muovermi, di fare, ma non ne avevo la possibilità. Quando andavo dai miei familiari e cominciavo a miagolare per avere un po’ di considerazione, per cercare di invogliarli a stare un po’ con me, loro capivano che avevo fame e mi riempivano la ciotola di cibo: in un anno sono ingrassato ben 4 chili, caro Max, 4 chili! Dentro di me sentivo un’irrequietezza, un’agitazione tale che certe volte contraevo la pelle del dorso, cominciavo a muovere a scatti la coda e di colpo prendevo ad attaccarla facendo balzi per cercare di prenderla soffiando a più non posso. No, non era un gioco, io stavo male e quello era l’unico modo per cercare di darmi pace. O meglio…a dire il vero quello non era l’unico modo: da un po’ di tempo, infatti, la sera e a volte la mattina presto avevo cominciato a prendere di mira anche le gambe dei miei familiari, in particolar modo quell’antipatica della mamma di Mirka! Sì, appena si muoveva io zacchete, le saltavo addosso! All’inizio erano solo dei piccoli agguati, ma ogni volta che l’aggredivo lei cominciava ad agitarsi, a strillare e a rimproverarmi; così, sembra strano, ma io ci provavo sempre più gusto. Ripeto, non era un gioco, nessuno si divertiva, era come se avessi un bisogno irrefrenabile di farlo, una necessità da appagare. Quando gli umani rientravano a casa la sera, dopo tutto il giorno da solo, senza avere alcun modo di placare la mia ansia, l’eccitazione era alle stelle e io mi scatenavo in aggressioni sempre più violente, sempre più durature e incontrollate. L’ultima sera, poi, l’ho fatta davvero grossa: la mia aggressione è stata talmente grave da fare andare al Pronto Soccorso la povera mamma di Mirka. Ho fatto scappare tutti di casa, nessuno aveva il coraggio di entrare perché io non riuscivo a calmarmi. Eh sì, ho rischiato davvero grosso, si parlava addirittura di eutanasia. Ma poi, sotto il consiglio del mio caro vecchio vet, a cui sarò riconoscente per tutta la vita, i miei familiari si sono messi in contatto con un vet comportamentalista. Lui ci ha spiegato che il mio problema si chiamava (ormai sì che posso parlarne al passato) disturbo da limitazione dello spazio o ansia da luogo chiuso (questi strizzacervelli cambiano i nomi delle patologie ogni 2 per 3). Ebbene questo mio stato di agitazione interna era causato non tanto dal fatto che vivessi in un appartamento piccolo, quanto dal fatto che non avevo niente da fare, perché in casa non c’era da fare niente, perchè  i miei non mi consideravano proprio. Lo strizzacervelli è stato davvero bravo soprattutto perché ha fatto comprendere ai miei familiari la gravità del mio disagio. Così mi ha prescritto subito un farmaco che mi ha aiutato a stare meglio e a controllare la mia impulsività nel momento in cui avevo voglia di aggredire. Si tratta di uno psicofarmaco sì, ma non mi rimbecilliva affatto, anzi mi aiutava a gestire meglio le mie emozioni. Anche l' uso di feromoni è stato importante, mi ha aiutato a ‘sentirmi a casa’ ma quello che mi ha fatto decisamente guarire è stato il cambiamento del rapporto con i miei familiari: loro hanno capito finalmente che se volevano farmi guarire dovevano starmi vicino. Così hanno cominciato a giocare con me e a rispondere alle mie richieste di attenzione non somministrandomi cibo ma proponendomi cose da fare tanto è vero che sono già dimagrito ben 500 grammi (beh, da un pigrone come me non si può pretendere più di tanto). In casa adesso posso dormire  (e finalmente riesco a dormire) dove voglio, anzi nei luoghi che ho scelto per riposarmi, la mamma di Mirka mi ha messo dei comodi cuscini. Quando i miei escono lasciano tutte le persiane aperte così ho la possibilità di vedere quello che succede fuori, anzi hanno messo uno sgabello vicino alla mia finestra preferita, così posso sbirciare meglio. E poi ho un sacco di giochini da ‘predare’ (da solo e in compagnia dei miei, che spasso!), cibo nascosto dentro scatole di cartone, insomma ho talmente tante cose da fare che quasi quasi era meglio prima (scherzo naturalmente). Continuo a fare delle visite periodiche dal vet comportamentalista che gradualmente mi sta togliendo il farmaco. Insomma, la mia vita è davvero cambiata, adesso sì che sto bene con me stesso e con i miei familiari, adesso sì che posso dirti di essere davvero ok! Ti marco affettuosamente…Lisca”.
Bene cari amici, questa è la storia di Lisca, spero che vi si piaciuta ma soprattutto che serva agli amici umani a cogliere eventuali campanelli di allarme nei comportamenti dei loro amici con la coda perché come ben sappiamo…prima si interviene…Maoooooo!!!                           

martedì 17 settembre 2013

Appuntamento in canile!

Cari amici,
un'altra iniziativa molto interessante in canile, questa volta in compagnia dell'associazione DoReMiao:


 Assolutamente da non perdere!!!
 

sabato 31 agosto 2013

Zac, Armandino e...i falsi miti! Seconda parte

Bene Zac,
riprendiamo un po' con le nostre letterine dopo le vacanze estive.
Beh, diciamo che questi ultimi giorni per me non sono stati proprio di 'vacanza': ho dovuto fare una marea di compiti che mi ero 'casualmente dimenticato'...sai tra poco inizia la scuola e le maestre non scherzano!
Ma lasciamo i noiosi e assillanti compiti e riprendiamo da dove eravamo rimasti: abbiamo amcora qualche falso mito da sfatare.
Per esempio...io ti dico:
"Se dovessi adottare un cucciolo lo prenderei molto piccolo: più piccolo è e più facile sarà educarlo!"


E io ti rispondo che se provi a mettermi un mocciosetto tra le zampe, vado subito a parlare con le maestre e ti faccio bocciare...hi, hi, hi!!!
No dai, a parte gli scherzi, lo sai benissimo che adottare un cucciolo troppo piccolo è sbagliato, orfanelli a parte si intende!
Un cucciolo ha bisogno di stare con la mamma perchè lei rappresenta la sua 'base sicura': il cuccioletto si allontana da lei di qualche metro per andare ad esplorare il mondo e appena incontra qualche oggetto strano, che non lo convince, corre subito da lei per essere rassicurato...così si tranquillizza ed è pronto per nuove avventure!
E poi è sempre la mamma a insegnare al cucciolo le regole sociali, è lei che lo frena quando è troppo irruento e lo rimprovera se si comporta da prepotente con i fratelli. Ed è ancora lei ad aiutarlo ad affrontare il mondo esterno: il cuccioletto e i suoi fratelli seguono la mamma che aiuta loro a superare ostacoli, conoscere cose nuove, fare le esperienze più diverse...sempre, naturalmente, che i loro 'amici' umani gliene diano la possibilità e non tengano madre e cuccioli in un box di pochi metri quadri fatto solo di cemento e rete elettrosaldata!
Quindi, la 'morale della favola' è questa: è bene adottare un cucciolo non prima che abbia compiuto i due mesi di età e lasciarlo libero di apprendere gli insegnamenti della mamma.
Insomma, caro Armandino, non vorrei sembrarti banale ma...la mamma è sempre la...completa tu la frase!


Eh sì caro Zac, a volte sei proprio banale ma comunque 'illuminante'!
E visto che sei così 'bravo' ti metto alla prova con un altro falso mito:
"Se adotto un cucciolo sarà bene non farlo uscire di casa fino a quando non abbia completato tutto il ciclo delle vaccinazioni"

Beh, questo sì che è facile da sfatare!
Ormai sono sempre più numerosi i veterinari che consigliano di portare fuori il cuccioletto il prima possibile. Magari in posti sicuri, frequentati da cani vaccinati e dove difficilmente potrà venire a contatto con malattie infettive.
Il mocciosetto deve avere la possibilità di fare nuove esperienze, conoscere il mondo che poi dovrà vivere da adulto e per fare questo deve essere portato fuori il prima possibile, magari i primi giorni del suo arrivo a casa diamogli il tempo necessario per potersi ambientare ma appena il vet dà il via libera...subito fuori...di corsaaaa!!!
In questo modo potrà conoscere gli altri cani (cuccioli, adulti e anziani, maschi e femmine...) e altre tipologie di animali (uomo compreso), ma anche sperimentare odori, rumori, situazioni fino a quel momento a lui sconosciute.
Il suo amico a 2 zampe sarà lì al suo fianco per aiutarlo, rassicurarlo, incoraggiarlo: solo così il cuccioletto potrà crescere sicuro di sè, collaborativo, intuitivo, propositivo...insomma un vero cane senza macchia e senza paura, proprio come me, modestamente!

  Dai Zac, ancora un altro falso mito:
"Non adotto un cane perchè non ho una casa con il giardino...poverino in un appartamento soffrirebbe troppo"



Una volta per tutte: voi umani dovete smettere di chiamarci 'poverini'. Noi cani siamo simpatici, divertenti, buffi, a volte anche antipatici, prepotenti, assillanti...ma certamente non 'poverini', se a voi umani ispiriamo tenerezza non è certamente colpa nostra!
E poi il falso mito, il luogo comune che mi hai appena proposto è in realtà la scusa più diffusa accampata da chi non vuole prendere un cane o peggio ancora da chi vede come un peso l'impegno di portare il quattrozampe in passeggiata.
Il cane è un animale sociale: per questo ha bisogno di vivere con la famiglia che lo adotta. L'abitazione potrà essere dotata anche di un giardino di mille metri quadri...il cane starà sempre vicino alla porta di casa (almeno fino a quando non avrà capito che in casa non è affatto gradito e credetemi amici non è una bella sensazione).
Quindi il motto è: meglio una casa piccola ma degli amici fidati che una villa con piscina e degli amici a metà, una cosa del tipo...'due cuori e una capanna'!
Bau, bau, Armandino!!!

sabato 20 luglio 2013

Armandino, Zac e...i falsi miti! Prima parte

Dai Zac, proviamo a sfatare un po' di false credenze, sì insomma, i luoghi comuni che riguardano le adozioni!
Comincio io?
Allora..."se adotto un cane di razza vado sul sicuro: certamente avrò un cane con caratteristiche comportamentali ben precise!"

E io ti rispondo, invece, che è vero che ogni razza ha delle caratteristiche comportamentali specifiche ma è altrettanto vero che è molto importante anche dove il cuccioletto è nato, la presenza o meno della madre, il carattere stesso della madre, la presenza o meno delle persone, le esperienze che il cucciolo fa nei primi mesi della sua vita: pensiamo ad esempio ad un labrador che viene tolto dalla madre per essere messo tutto il giorno all' interno di  una gabbia in un negozio per animali (magari dopo un viaggio di diverse ore in condizioni precarie) o che cresce con una mamma molto timorosa e poco socializzata con le persone, oppure poco competente (madri non si nasce ma si diventa...non tutte le cagnoline sanno fare le madri). Credete davvero che il cucciolo sarà un cane equilibrato, socievole o comunque in grado di relazionarsi con le persone in modo adeguato?

E allora beccati questa: 
"Prendo un cucciolo così lo cresco come voglio io!"

Beh, qua ci sono due precisazioni da fare.
La prima è che non sempre la scelta di un cucciolo rispetto ad un cane adulto risulta la migliore. Pensiamo, ad esempio, ad una casa dove ci sono persone anziane: è davvero la scelta migliore prendere un cucciolo che è sempre tra i piedi e che mordicchia tutto e tutti in continuazione? O forse sarebbe meglio un bel cane, magari preso al canile, magari di 7-8 anni e magari con un carattere equilibrato e tranquillo?
Oppure pensiamo ad una famiglia che non ha troppo tempo da dedicare all'educazione del cucciolo. Un cane di 4-5 anni, sempre preso al canile, in grado di seguirli dappertutto (magari anche al lavoro) e che è già abituato alla routine quotidiana, forse sarebbe meglio di un moccioso che ancora deve imparare tutto, o no?
La seconda precisazione da fare è che...i cani non si crescono come vogliamo noi!
E' importante, invece, educarli nel rispetto delle loro inclinazioni, delle loro vocazioni.
Una relazione non può essere basata sull'imposizione e sul controllo.
Relazionarsi significa comunicare, comprendere l'altro, farne parte di sè, venirsi incontro reciprocamente, altrimenti che relazione è?
E allora, Armandino, a proposito di 'venirsi incontro', perchè non ci 'veniamo incontro', beh...diciamo...verso le 19,30 e andiamo a fare un bel tuffo al mare visto che come sai fin da cucciolo ho una passione sfrenata per l'acqua tanto che alla fine sono riuscito a trasmetterla anche a te?! 
Quindi è deciso, stasera bagno al mare: non trovi che sia bellissimo sguazzare nell'acqua mentre il sole si tuffa all'orizzonte? Che romantico che sono!



 

mercoledì 10 luglio 2013

Regala una pianta al canile!

Cari amici,
vi segnalo un'iniziativa molto carina ideata dai volontari del canile di Ragusa.
Si tratta di un'occasione per rendere più gradevole l'aspetto del canile: ognuno è invitato a regalare una pianta o un piccolo alberello che andrà a decorare il canile stesso.
Avere delle zone verdi e ricche di vegetazione non è solo un modo per avere più zone d'ombra, rappresenta soprattutto un arricchimento ambientale: i cani vivranno così in un ambiente più ricco di verde, più allegro, più vario, perchè...anche a loro piace vivere in un posto fresco e ricco di colori!
Anche i visitatori vedranno il canile e i suoi ospiti in modo diverso: aumenteranno così le persone che vogliono dedicare qualche ora del loro tempo alle attività in canile ma soprattutto aumenteranno le richieste di adozione!!!
Bravi ragazzi...davvero una geniale iniziativa!!!


L'appuntamento è al rifugio sanitario di Ragusa (Zona Industriale III° fase) domenica 14 luglio alle 18.00

venerdì 21 giugno 2013

Puppy party!!!

Ecco qua alcuni dei momenti del puppy party organizzato presso l'ambulatorio veterinario Centro Veterinario Chiaramonte il 18 giugno insieme agli amici della Movi-Mente!


Divertimento...


 ...partecipazione...


 ...apprendimento...


 ...qualche istante per rifocillarsi e per finire...



 ...una bella foto di gruppo!

Grazie a tutti quanti voi!!!

martedì 18 giugno 2013

Inaugurazione!!!



...e ancora un'altra iniziativa dei ragazzi della MoviMente sempre in provincia di Ragusa, questa volta a Scicli...


....non mancate!!!

lunedì 3 giugno 2013

Sicula Dog Tour...un appuntamento da non perdere!

Ciao a tutti,
vi segnalo questo divertente ed interessante appuntamento curato da professionisti seri, preparati ma soprattutto...appassionati!


 Buon divertimento!!!

venerdì 17 maggio 2013

Il randagismo, un problema sociale...tra ignoranza e rassegnazione!



L’estate è alle porte e in televisione appaiono i primi spot di sensibilizzazione contro il randagismo. Il tema viene trattato sempre allo stesso modo: arriva l’estate, la gente va in vacanza, il cane diventa un problema quindi aumentano gli abbandoni.
Ma…siamo sicuri che vada veramente così?
Siamo certi che il randagismo sia causato in massima parte dagli abbandoni estivi?
Se fosse davvero così in questi ultimi anni avremmo dovuto assistere ad una drastica diminuzione degli animali randagi: in Italia c’è crisi, le persone non hanno i soldi per andare in vacanza, quindi meno cani vaganti. E, invece, purtroppo non è così!
Forse perché il randagismo è un problema più complesso ed ha radici più profonde, forse perché la maggior parte dei cani randagi non sono animali abbandonati ma semplicemente cani che un proprietario ce l’hanno e che vengono lasciati liberi di vagare e procreare! Se ci limitiamo a dare la colpa agli abbandoni estivi queste persone che gestiscono i loro cani in modo irresponsabile non si sentiranno mai chiamati in causa.
L’abbandono è un crimine, si sa! Anzi troppo spesso rimane impunito perché da parte di chi dovrebbe controllare ed indagare l’argomento viene trattato con  superficialità e leggerezza…tanto sono solamente cani e poi…che ci possiamo fare?
Ma puntando il dito solo su chi abbandona i cani rischiamo che il messaggio non raggiunga quelli che trattano il cane, animale domestico, come fosse un animale selvatico: lo lasciano girovagare tutto il giorno e poi la sera gli danno un pastone da mangiare e un posto per dormire.
Beh, signori miei, così si può fare con una volpe o con uno scoiattolo che una volta mangiato ritornano a nascondersi nel bosco, non con un cane che, proprio perché animale domestico, rimane nei pressi degli aggregati urbani.
Per non parlare, poi, di quelli che tengono il cane legato alla catena o ‘chiuso’ in recinti improvvisati. Non voglio parlare del fatto che tenere un cane alla catena rappresenta una forma di maltrattamento grave dal momento che il cane è un animale sociale ed ha quindi bisogno di relazionarsi con il prossimo proprio come noi, bestie sociali! Non parlo neanche del fatto che un cane alla catena rischia di diventare un animale aggressivo e pericoloso. Non voglio parlare neppure del fatto che la catena, oggi, nel Terzo Millennio, è un metodo che non può più essere accettato!
Mi voglio semplicemente limitare a fare notare che spesso questi ‘mezzi di contenzione’ sono inefficaci e creano a loro volta randagismo: basta un tuono, un rumore improvviso o una motivazione forte come una cagna in estro nei paraggi per far rompere la corda o la catena e far scappar via il cane.
Il randagismo non è un problema che riguarda solamente gli animalisti e il destino dei cani randagi, il randagismo rappresenta un problema sociale!
Permettere che ci siano cani randagi significa attentare alla sicurezza stradale, aumentare il diffondersi di zoonosi come la leishmaniosi, rischiare il verificarsi di aggressioni da parte di branchi ‘inselvatichiti’.
E le responsabilità non possono e non devono ricadere sui cani che hanno la sola colpa di essere cresciuti insieme all’uomo, sfruttati dall’uomo per poi essere lasciati al loro destino.
Le responsabilità sono solo ed esclusivamente dell’uomo che non ha la capacità di gestire ma ancora prima di capire i motivi profondi del randagismo.
Le responsabilità sono della amministrazioni che non vogliono far fronte comune per  riuscire a risolvere il problema: si allargano le braccia dicendo che non ci sono abbastanza risorse. Ma siamo davvero convinti tutto ciò non sia una scusa per non provare a risolvere un problema che per insufficiente cultura animale non si riesce a comprendere fino in fondo?
Allora, signori miei, forse è ora che ognuno si renda conto dei propri limiti culturali, forse è giunto il momento di affidarsi finalmente a persone competenti. Nessuno ha la bacchetta magica ma forse l’esperienza, la conoscenza e la professionalità possono essere di grande aiuto…o no?

sabato 4 maggio 2013

Dog dance a Firenze!

Ciao a tutti,
segnalo questo evento a Firenze...il tempo è limitato ma se volete potete ancora prenotarvi!




 

Sicuramente un modo divertente per trascorrere il tempo libero insieme al proprio cane, migliorare la relazione con lui ed acquisire entrambi una migliore coscienza del proprio corpo.
Buon divertimento!

giovedì 18 aprile 2013

Gli amici di Zac: Luna al computer!


Ciao a tutti,
questa bellissima signorina si chiama Luna e come vedete ha un'aria molto intellettuale.
Qui la potete osservare mentre 'chatta' con i suoi amici quattrozampe sparsi in tutti il mondo!
Insieme a Patrizia, la sua simpaticissima amica di sempre, passano ore davanti al computer, ma fanno anche delle bellissime passeggiate sul lungomare della loro splendida Livorno.
Un festoso scodinzolo alla formidabile coppia! 
Bau, bau...

sabato 13 aprile 2013

Jey Jey e Cocò

Salve a tutti,
questo video mi è stato inviato dalla signora Lucia.
I due gatti in questione sono Jey Jey (il maschio rosso) e Cocò (la femminuccia tigrata). Loro non stanno sempre insieme ma vivono in due zone dell'appartamento (su due piani diversi).
Quando Lucia inserisce Cocò nell'ambiente di Jey Jey lui comincia ad inseguirla e a cercare di interagirci in questo modo:

   
E' chiaro che Jey Jey è un gran giocherellone ma forse un po' troppo esuberante (probabilmente lo è anche perchè vede Cocò di tanto in tanto). Cocò, a sua volta, conosce Jey Jey quindi  non reagisce in maniera aggressiva o scappando via, anzi anche lei sembra voler giocare un po' con lui. Ma proprio perchè conosce Jey Jey conosce anche il suo modo di giocare: si mette, quindi, un po' sulla 'difensiva' e soprattutto, nel momento in cui Jey Jey diventa troppo irruento gli dà dei bei colpetti sul naso con la zampa anteriore e strofina le zampe posteriori sulla sua pancia per calmarlo. Del resto sono queste le punizioni etologiche che mamma gatta somministra ai suoi gattini per interrompere comportamenti scorretti e...vedete come funzionano bene su Jey Jey?
Un consiglio?
Quello di lasciare che entrambi i gatti vivano nello stesso ambiente, ognuno con i propri posti dove riposare in santa pace (luoghi in alto ma anche posti dove andarsi a nascondere se lo vogliono) e soprattutto lasciarli liberi di giocare senza interrompere l'interazione.
Cocò, infatti, è bravissima a fermare Jey Jey e, quindi, può essere una buona educatrice per lui.
Consiglierei anche di giocare il più possibile con i gatti, soprattutto con il piccoletto cercando di farlo in modo calmo e rilassato: in pratica quando Jey Jey comincia ad agitarsi un pò troppo interrompere il gioco e ripartire solo dopo che si è calmato. 
Un altro consiglio?
Avete dei gatti meravigliosi per cui...buon divertimento!!!   

 

martedì 9 aprile 2013

Un'adozione a lieto fine!

Caro Zac,
anche questa volta ti devo ringraziare per il valido aiuto che mi hai fornito!
La letterina che mi hai inviato la volta scorsa è stata utilissima. Infatti, dopo averla letta, sono andato da mia mamma e le ho esposto il problema cercando di dirle tutto, ma proprio tutto quello che mi avevi scritto tu (senza dirle ovviamente che tutte quelle cose me le avevi scritte tu anche perchè non ci avrebbe creduto). 
La mamma mi ha ascoltato molto attentamente, poi ha preso il telefono e ha chiamato a casa di Giacomino per fissare un appuntamento con i suoi genitori. Il giorno dopo si sono incontrati e si sono parlati per un pò. Così è successo che il papà di Giacomino si è reso conto di essere stato troppo superficiale nel proporre l'adozione, mentre la mamma ha capito quanto Peter fosse importante per i suoi figli: non 'solamente un cane' ma un compagno con cui crescere insieme, un amico in grado di arricchire la vita dei suoi bambini di esperienze, conoscenze e allegria!
Bene qualche giorno fa tutti insieme sono andati al canile. Questa volta, per fortuna, non hanno incontrato il vecchietto incompetente della volta scorsa, ma delle persone molto gentili: li hanno accolti, hanno fatto loro visitare la struttura e hanno parlato un po' con loro per capire quelle che erano le esigenze di tutta la famiglia e dare informazioni e consigli per una corretta gestione del piccoletto.
Poi li hanno condotti da Peter che si è lanciato loro incontro come una saetta, sembrava che li conoscesse da sempre!
Prima di salutarli i volontari hanno fissato degli incontri in canile per aiutarli a prendere confidenza con il moccioso e si sono mostrati disponibili a fare una visita a casa sempre con l'intento di aiutare la  famiglia a gestire al meglio la nuova situazione: all'inizio certamente è un gran caos ma poi tutto si sistema e allora è una gioia godersi la compagnia del nuovo arrivato!
E adesso? Beh, adesso guai a chi tocca Peter! La mamma si è talmente legata a lui che appena torna a casa dal lavoro il primo ad essere salutato è proprio Peter (anche perchè lui le si lancia incontro con le orecchie al vento ed è il primo ad arrivare da lei).
I bambini e il papà, invece, fanno a gara per chi lo porta fuori (il furbetto ha già quasi del tutto imparato a fare cacca e pipì fuori) e ormai Peter è diventato il compagno di giochi di tutti.
Eh sì, sono davvero contento per Peter e la sua nuova famiglia.
Un pizzico di sensibilità, qualche goccia di impegno, nessun pregiudizio e una buona dose di competenza e professionalità: questa è la ricetta giusta per un'adozione a lieto fine!