lunedì 31 dicembre 2012

Inizia il 2013...dimostriamo di essere migliori!

Tra poche ore inizierà il nuovo anno e vorrei salutare il 2012 facendo una breve riflessione: i botti di fine anno sono proprio necessari? Voglio dire, è mai possibile che nel III° Millennio non si riescano a trovare modi migliori per festeggiare l’arrivo del nuovo anno?
Parlare di certi argomenti può sembrare una moda ma le mode a volte sono l’espressione di una rinnovata coscienza civile.
Basta pensare che una volta, pochi decenni fa, in occasione del Capodanno si gettavano cose vecchie dalla finestra:piatti, bicchieri, perfino mobili!
Adesso se ripensiamo a quegli anni tutto questo ci appare ridicolo e forse anche un po’ incivile.
E’ chiaro che tra pochi decenni anche questa usanza obsoleta di festeggiare il nuovo anno lanciando bombe e bombette dalla finestra sparirà.
E allora, perché non cogliere l’occasione di essere tra i promotori di quella che in futuro sarà la regola di ogni fine anno: divertirsi in sicurezza e senza spaventare i nostri animali.
Bene, detto questo non mi resta che salutarvi augurandovi un inizio 2013 col botto ma senza botti!
A tutti voi un sereno 2013!   

sabato 29 dicembre 2012

T-Touch di Mezzanotte!


Barbara Bellettini                                  
T-Touch Practitioner in Training

Il Tellington T-Touch è un metodo basato sulla convinzione che esperienze quali tocchi specifici, esercizi di condotta su percorsi attrezzati e bendaggi possano influenzare lo stato mentale del cane e favorire il suo benessere generale, la riflessività e l’apprendimento.
La fondatrice del metodo, Linda Tellington-Jones, lo elaborò basandosi sulle sue conoscenze del sistema Feldenkreis per l’integrazione mente-corpo.
La conferma della validità del metodo arriva dalla pratica ormai decennale di tutti i Practitioners abilitati, dei proprietari e della scienza: infatti recentemente la disciplina della Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia ha rilevato la profonda relazione tra i sistemi che presiedono al corretto “funzionamento” dell’organismo e ha spiegato come un disequilibrio in uno solo di questi sistemi possa avere ripercussioni sugli altri.
Il T-Touch offre ai proprietari degli strumenti pratici per poter agire sul corpo del proprio animale al fine di prevenire o curare problemi come l’ansia, le fobie, la reattività; può anche essere un valido supporto in momenti particolari come lo sviluppo del cucciolo, il parto, il risveglio dalle anestesie, dolori articolari dovuti alla vecchiaia e molto altro.
Il T-Touch non si propone di sostituirsi alle cure necessarie (mediche o comportamentali) per il ripristino di uno stato di salute fisica o mentale, ma si offre come terapia di supporto e di integrazione.
Esistono tuttavia categorie di problemi che, secondo la mia esperienza, possono essere affrontati e risolti rapidamente e in maniera stabile con l’adeguata applicazione degli strumenti che il metodo mette a disposizione.
Uno di questi è il problema della fobia dei fuochi d’artificio nella notte di Capodanno.
Le tecniche che il T-Touch mette a disposizione per questo problema sono:
1.    Lavoro sulle orecchie: si tratta di una manipolazione che deve coinvolgere tutto l’orecchio esterno del cane, a partire dalla base, fino alla punta, nella quale è situato il punto anti-shock, conosciuto anche dalla medicina cinese. Si possono effettuare strusciamenti dell’orecchio tra l’indice e il pollice, senza tirare eccessivamente, ma con una buona pressione immaginando di disegnare delle linee che ne coprano via via tutta la superficie. Alla base e sulla punta si possono effettuare dei piccoli tocchi circolari ricordando di muovere la punta delle dita in senso orario disegnando un cerchio e un quarto. Questo lavoro ha un effetto diretto sulla respirazione.
2.    Thunder-Shirt: si tratta di una specie di cappottino elastico che effettua una compressione lieve sul torace e sul tronco. Stimola il rilascio di endorfine e permette di far sentire il cane “al sicuro nel proprio corpo”. Si può acquistare online. In alternativa potete adattare una T-shirt elasticizzata in modo che non stringa ma e che aderisca bene al corpo del cane.
3.    Lavoro sulla coda: può essere d’aiuto manipolare la coda del cane partendo dalla base, possibilmente facendo passare le dita nella parte inferiore in modo da contrastare delicatamente la pressione che probabilmente il cane esercita per schiacciarla e nasconderla tra le zampe posteriori, per poi scivolare per tutta la sua lunghezza. I cani con la coda amputata possono lo stesso giovarsi di questa procedura, manipolate anche solo il moncone, gli darà sollievo.

Ovviamente devono essere adottate alcune precauzioni:
-         Se il cane è in preda al panico e va a nascondersi NON dovete cercare di farlo uscire;
-         Lavorate in questo modo solo con cani con cui avete familiarità;
-         Cominciate qualche ora prima della mezzanotte;
-         Parlate tranquillamente, senza usare toni acuti (anche se state cercando di consolarlo) e limitate il contatto alle pratiche descritte: abbracciare il cane o accarezzarlo mentre è in preda al panico non è d’aiuto e anzi, può far peggiorare il problema;
-         Per i casi più gravi consultate un veterinario comportamentalista;
-         Fate pratica delle tecniche descritte prima di dovervi trovare nell’urgenza di applicarle. Il cane gradirà comunque!

venerdì 28 dicembre 2012

... e ancora feromoni!


Max scrive…
Salve a-mici,
è ormai da un po’ di tempo che parliamo di feromoni per cui questa volta parleremo di…feromoni ovviamente!
In particolare tratteremo delle marcature che a noi gatti servono per il ‘corteggiamento’, ve lo avevo promesso no?
Ebbene le marcature che noi mici fondamentalmente utilizziamo per fare i machi e le micie utilizzano per fare le micione sono quelle urinarie. Sì, insomma, quando in noi avviene un certo, ehm…scompiglio ormonale, cominciamo ad emettere spruzzi di urina in posti bene in vista proprio per comunicare che…beh, siamo lì pronti per il fidanzamento!
Questo avviene per la prima volta al momento della pubertà, ed è indipendente dalla presenza in casa di un altro gatto o gatta che dir si voglia!
Naturalmente il comportamento si protrae per tutta la vita a meno che…beh, sì, purtroppo è toccato anche a me…a meno che, dicevo, non vengano tolti i ‘gioielli’.
Dai su, non è poi una tragedia: una volta fatto non ci pensi più!
La sterilizzazione, prima della pubertà, o entro pochi giorni dalla comparsa delle prime marcature urinarie è l’unico modo per inibire questo comportamento per il resto della vita. La sterilizzazione tardiva, invece, anche se riduce la frequenza delle marcature urinarie, non sempre riesce ad impedirle completamente!
Purtroppo per i miciofili, però, le marcature urinarie possono comparire anche in animali sterilizzati soprattutto in seguito ad ansia, stress, paura.
Sì cari amici dei mici, se un gatto è sotto stress per qualsiasi motivo, subito smette di effettuare le marcature facciali e subito dopo comincia a marcare con le urine e a volte anche con la cacca!
Quindi cari baffuti miei, se avete problemi di ‘eliminazioni inappropriate’ (così le chiamano i doc), sarà il caso che vi rivolgiate al vostro vet di fiducia: lui saprà riconoscere se il problema è fisico oppure avete bisogno di andare da un vet strizzacervelli!
Scusate ma adesso devo tornare a rovistare nel presepe dei Giorgi: quest’anno hanno pensato bene di attaccare i pastorelli con la colla ma un micio come me ha mille risorse, vi assicuro che prima della fine dell’anno saranno tutti rivolti a testa in su a guardare la Stella Cometa, hi, hi, hi! 

domenica 23 dicembre 2012

Natale 2012

Armandino...


Zac...



...e Max...


Augurano a tutti voi, quattrozampe e non...


...Un fantastico NATALE!!!


venerdì 21 dicembre 2012

Le marachelle di Max!!!


Max scrive…

Anch’io caro Armandino ti devo confessare che in passato ho combinato qualche guaio, proprio in occasione del Natale.
Sì, una volta ad esempio ho scambiato l’albero di Natale per un enorme parco giochi!
Beh, in effetti se ci pensi bene: palline appese dappertutto, un tronco dove andare ad arrampicarsi e graffiare a più non posso, festoni che pendono e che noi mici possiamo tirar via, scuotere e predare quanto vogliamo, che festaaaa!!!
I miciofili dovrebbero prendere ispirazione proprio dall’albero di Natale per far esercitare noi gattoni! Diciamo che…l’ideale sarebbe avere in casa un alberello di Natale ben addobbato durante tutto l'anno.
Attenzione, però, a quelli che voi umani chiamate ‘capelli d’angelo’, sì, insomma…avete capito, quegli addobbi che pendono giù dagli alberi e che somigliano a dei lunghi capelli argentati (o dorati): a noi gatti piacciono molto ma c’è il serio pericolo che possiamo ingerirli e allora sono guai…rischiamo addirittura di andare ‘sotto i ferri’ cari miei! Alcuni dei miei più cari amici mici hanno passato il Natale in clinica con il vet che cantava ‘Bianco Natale’ e credetemi non è piacevole, soprattutto se il vet è stonato!
Come addobbo vanno sicuramente meglio i festoni, che sono più spessi e quindi difficilmente ingeribili.
L’anno successivo, invece, mi sono dedicato al presepe…sì, insomma, i miei coinquilini umani lo hanno fatto e io l’ho sfatto: ho cominciato a giocherellare con un pastorello e poi, per non far torto a nessuno, li ho fatti cadere tutti; addirittura qualcuno l’ho scaraventato sotto al divano…divertentissimo!!!
Per fortuna che la mattina, quando i miei si sono svegliati hanno sorriso vedendo il presepe un po’…ehm, diciamo così…in ‘disordine’ e me che dormivo tranquillo e beato nella capanna, proprio lì tra il bue e l’asinello, che bello!!!

Zac e...le marachelle di Natale!

Zac scrive…
Caro Armandino,
adesso posso dire di essere un cane modello ma ti devo confessare che qualche Natale fa ne ho combinata una grossa: appena il papà ha portato in casa l’albero di Natale, beh…io mi sono avvicinato, ho annusato per bene e…sì, lo confesso ci ho fatto sopra pipì. Che mi è preso? Non so, forse è stata la novità, forse sull’alberello aveva già fatto pipì un altro cagnolino oppure è stato semplicemente che non sono riuscito a ‘contestualizzare’ – così direbbe il mio strizzacervelli – il nuovo elemento nell’ambiente domestico dove ormai da tempo avevo imparato a non fare né cacca né pipì: in pratica per un momento ho pensato di essere al parco, hi, hi, hi!
Poi durante la notte, dopo che sotto l’albero tu e il papà avevate fatto un bel presepe, io, attratto dall’odore del muschio messo apposta per decorare, sì…lo confesso, ho cominciato ad annusare attentamente e…ehm… volevo non farlo ma non ho potuto resistere: prima ci ho strofinato ben bene il musetto e poi ci sono crollato sopra e mi ci sono rotolato a più non posso. So che non è una scusa valida ma ti posso dire che molti cani lo fanno, per esempio sui cumuli d’erba oppure…scusa ma lo devo proprio dire anche sulla cacca!
Perché l’ho fatto? Beh, che ne so, indubbiamente questo genere di odori ci attraggono un sacco. E poi non dimentichiamoci che noi cani abbiamo origine dal lupo per cui da alcuni è ipotizzato che strofinarci su ehm… ‘materiale organico’ - così è più raffinato, no? – che ha odore diverso dal nostro aiuta a mascherare il nostro odore e a mimetizzarci meglio nel caso in cui dovessimo andare a caccia, anche se io a dire il vero ormai vado a caccia solo di succulente salsicce!
Eh sì, adesso conosci le mie piccole marachelle ma ormai, dai su lo possiamo dire: è acqua passata!

giovedì 20 dicembre 2012

...altri feromoni...

Max scrive…
E poi…sì, riprendiamo il nostro discorso sui feromoni.
Ci sono, per esempio, i feromoni contenuti nel liquido amniotico che servono a creare al momento del parto il legame di attaccamento della madre al gattino. Questi vengono definiti feromoni di adozione e il loro compito è quello di favorire l’inizio delle cure materne. E’ importante soprattutto per le micie mamme alla loro prima esperienza: nei parti successivi sembra che le cure materne comincino già con la sola vista dei piccoletti, ma comunque i feromoni di adozione continuano ad avere sempre la loro importanza!
I feromoni di appagamento, invece, sono quelli che aiutano a far legare il gattino alla mamma e sono prodotti dalle ghiandole del solco intermammario. Così, un po’ per i feromoni di adozione e un po’ per quelli di appagamento tra mamma gatta e i suoi gattini si crea un legame talmente forte da assicurare la crescita degli allegri marmocchi, affascinante no?!
Altri feromoni sono quelli di allarme, quelli cioè che vengono ‘sparati’ fuori, per esempio, quando andiamo da quei lancia-siringhe dei nostri vet! Sì, appena ci spaventiamo le ghiandole dei cuscinetti plantari (quei morbidi cuscini che abbiamo sotto le nostre zampette) e i sacchi anali (che sono ghiandole che stanno proprio a lato del sederino) sparano fuori queste sostanze che si legano talmente bene al tavolo del povero doc da mettere in allerta anche i micetti delle altre visite…così appena arriva il felino successivo immediatamente capisce (se già non lo aveva capito prima) che lì non è aria per lui e comincia ad andare su tutte le furie: allora sì che sono dolori per il vet …ben gli sta!!!
Questi feromoni si legano molto bene a tutte le superfici, compreso il trasportino e quindi…attenti miciofili: se il vostro gatto si spaventa dentro il trasportino dovrete fare attenzione a pulirlo bene con acqua calda e sapone (non profumato) per togliere le tracce, altrimenti anche a distanza di mesi il micio col cavolo che ci entrerà dentro!
Beh, il discorso sui feromoni non è ancora terminato e la prossima volta vi parlerò di quelli che servono per il ‘corteggiamento’…sì, insomma…avete capito…l’argomento è un po’ piccante per cui…a letto i micetti!!!

martedì 18 dicembre 2012

IL 'Resta'...


Armandino scrive…
Dai Zac, ripassiamo un po’ insieme l’esercizio del ‘resta’!
E’ molto utile, lo abbiamo visto con la cagnolina Berta: il ‘resta’ ha fatto parte del suo programma di rieducazione comportamentale.
Ma questo esercizio può essere usato anche in altre occasioni compresi i giochi di ricerca (di cui magari parleremo più avanti).
Comunque Zac, ti ricordi come si insegna il ‘resta’?

Allora:
Si comincia con il far eseguire un ‘seduto’ ben fatto, premiando con un bocconcino.

Si prende un altro bocconcino dalla tasca e si porta la mano all’altezza del petto.

Subito dopo pronunciamo la parola ‘resta’ e ci allontaniamo di un passo. Il tempo di unire insieme i piedi e subito torniamo verso l’amico cane che nel frattempo deve rimanere fermo nella posizione di ‘seduto’.
Volendo possiamo anche dire ‘resta’ ed eseguire il movimento tenendo l’altra mano a palmo ben teso in avanti in segno di arresto, come per dire ‘alt’.

Una volta tornati dal cane lo premiamo con un ‘ok’ e bocconcino.

Ripeteremo il movimento finché non sarà bene appreso, poi ci si allontanerà sempre più…la distanza e il tempo di assenza possono diventare anche molto lunghi, così la mamma, per esempio, potrà andare a comprare il pane mentre il cagnolino l’aspetta fuori della porta…meglio però sarebbe andare dal panettiere che non solo è felice di fare entrare il cane ma magari gli regala anche una pizzetta!

Allora Zac, cominciamo:
- ‘Seduto’, bocconcino.
- Nuovo bocconcino nella mano all’altezza del petto e…’resta’. L’altra mano tesa in avanti.
- Cento passi indietro (noi due siamo molto avanti nel programma, non è vero?)
- Ritorno e premioooo!


 

…Zac risponde!
Sì, cominciamo ma una piccola accortezza: attenzione a non premiare il peloso mentre si sta alzando!
E poi un consiglio ai bipedi…cercate, soprattutto all’inizio, di non allontanarvi di troppi passi: bisogna dare al quattrozampe il tempo di capire come funziona l’esercizio;  e non vi preoccupate se all’inizio l’amico cane si alza troppo spesso…ognuno ha i propri tempi!
Ah, un’ultima cosa il ‘resta’ come ogni esercizio che farete con i vostri amici non è un’imposizione ma una richiesta per cui la mano tesa verso il cagnolo non è un gesto marziale…è semplicemente un modo per aiutare il pelosetto a capire meglio.
Bene Armandino, divertiamoci insieme e a tutti voi umani bipedi…buon lavoro! 


sabato 15 dicembre 2012

I 4 contenitori...


Cari amici quattrozampe e non,
sono qui ad elencarvi i quattro  contenitori del blog che voi stessi potrete riempire:

La posta di Zac…risponde a tutti i cani che hanno difficoltà comportamentali o semplicemente sono curiosi di sapere di più sui perché del comportamento canino

Domande per Max? Il corrispettivo felino della  posta di Zac. Attenzione…il gattaccio risponde sì, ma con mooolta calma!

Gli amici di Zac e Max…dove verranno appiccicate le vostre foto, da soli o in compagnia dei vostri amici a due zampe.

Come immagino Zac, Max e Armandino? Qui, invece, verranno esposti i vostri capolavori che raffigurano i nostri tre amici. Sì perché l’amica disegnatrice Elena Mossuto, l’autrice dei disegni che aprono ogni post, se li immagina così. Ma voi…come li immaginate?


Complicato?
Noooo, basta inviare tutto all’indirizzo di posta elettronica che trovate lassù nell’intestazione del blog. Naturalmente l’invito è esteso a tutti…anche a quelli che ci seguono da oltre Oceano!
Già alcuni di voi lo hanno fatto...andate a controllare nei post precedenti!!!

Nel frattempo, non posso far altro che salutare da parte vostra Max, Zac e Armandino e urlarvi forte…GRAZIEEEE!!!



P.S. Questo annuncio sarà pubblicato periodicamente, circa una volta al mese. Non me ne vogliano quelli che lo hanno già letto.  

venerdì 14 dicembre 2012

Alcuni feromoni...


Max scrive…

Allora mici e miciofili, cominciamo!
La scorsa volta abbiamo detto che non tutti i feromoni che noi micioni produciamo inviano gli stessi messaggi e non tutti sono utilizzati nelle medesime situazioni.
Per capirsi: i feromoni che sono prodotti dalle ghiandole intorno alla bocca e sul muso sono deposti su oggetti conosciuti che noi miciotti riconosciamo come non pericolosi e sui componenti del gruppo…compresi gli umani che a me, miciamente parlando, stanno parecchio simpatici!
Deponendo queste sostanze, quindi, non facciamo altro che marcare i vari campi territoriali: servono per far capire agli altri gatti, ma soprattutto a noi stessi che quello è il posto in cui viviamo…tutto ciò ci rassicura e ci dà benessere, perché cari miei-miao…la vita è fatta di certezze!!!
I feromoni prodotti dalle ghiandole interdigitali, invece, sono depositati nel momento in cui graffiamo. Ci servono, soprattutto, per delimitare i campi di isolamento e di eliminazione. Quindi per noi mici è indispensabile graffiare marcando, cioè…gli umani non si possono arrabbiare con noi se andiamo a graffiare un po’in giro per casa: è come se a loro fosse impedito di parlare (e per alcuni di loro non sarebbe neanche una cosa tanto sbagliata, eh, eh, eh!).
Quello che possono fare è dirigere le nostre marcature su altri oggetti che non siano il divano preferito o il mobile dell’Ottocento.
In pratica, per casa, soprattutto in vicinanza dei campi di isolamento o comunque dove vedono che noi mici abbiamo iniziato a graffiare, possono mettere dei graffiatoi o meglio ancora dei quadrati di moquette appiccicati al muro. Sì, al muro, perché le graffiature  a noi piace farle in verticale, difficilmente su substrati orizzontali…siamo un po’ come i pittori difficilmente dipingono le loro tele per terra, che artisti!
Attenzione ragazzi: la moquette deve essere ben fissata al muro (con dei chiodi per esempio), altrimenti ci cade addosso, noi ci spaventiamo e viaaa…ce ne andiamo a marcare sulla poltrona del papà!
E poi…altra lettera, altri consigli, altri feromoni da raccontare.
Vi marco con affetto, sempre vostro…
…Max!

mercoledì 12 dicembre 2012

Berta e le scale...


E adesso parliamo di Berta!
Come Zac ci ha già accennato nel post precedente lei è stata adottata l’estate scorsa dalla sua amica Ester.
Quello che conosciamo riguardo alla sua storia prima dell’adozione è che Berta ha vissuto per qualche mese in strada aspettando sempre nel solito posto quell’essere (difficile da definire persona o animale) che così vigliaccamente l’ha scaricata da una macchina.
Una volta accolta dalla nuova famiglia Berta è riuscita ad inserirsi molto bene con le altre due cagnoline (Stella e Louise) assumendo un ruolo gregario nei confronti di Louise, la più anziana del gruppo.
Il rapporto con Ester è stato da subito meraviglioso tanto che tra loro si è stabilito un legame molto forte.
Nonostante questo legame, però, Berta non riusciva a vincere la sua grande paura delle scale. Berta, infatti, mostrava disagio quando saliva le scale dell’appartamento dove vive con Ester ma soprattutto si bloccava nel momento in cui doveva scenderle.
Il problema non era da poco vista la mole della ‘piccola’ cagnolina: più di 40 kg.
Lo stesso comportamento fobico era esibito anche nei confronti delle scale della casa di campagna. Quindi Berta era costretta a dormire al piano inferiore e ogni sera lei e la sua amica Ester dovevano sperimentare la frustrazione di non riuscire a stare insieme!
Fortunatamente al parco Berta era un altro cane: riusciva a salire e scendere le scale dei giardinetti molto agevolmente…aveva, cioè, contestualizzato la sua fobia nelle situazioni di ambiente domestico.
Il programma di riabilitazione comportamentale è stato il seguente:

- Per un po’ di tempo (almeno 15 giorni) Berta ha dovuto stare lontana dalle scale…o meglio Ester non ha provato a far salire né tantomeno a scendere le scale di casa a Berta. Questo perché ogni volta che il cane vive l’esperienza fobica ci sono notevoli possibilità che la fobia si rinforzi e addirittura il cane si sensibilizzi ad altri stimoli associati a quello iniziale: in questo modo la fobia da semplice diventa complessa, generalizzata.

- Al parco, invece, durante questi 15 giorni Ester ha continuato a far salire e scendere le scale cercando di rendere il contesto molto divertente e invitante!

- Nel frattempo Ester ha insegnato il ‘seduto’ (vedi post precedente) e il ‘resta’.
Del ‘resta’ parleremo in seguito ma un piccolo accenno lo possiamo fare anche adesso: in pratica si chiede il ‘seduto’ al cane e poi si comincia ad allontanarci gradualmente premiando al nostro ritorno. In questo modo si insegna al cane ad attendere seduto fino al momento in cui non ritorniamo da lui o gli diamo il consenso per venire da noi. Sembra difficile ma è più facile di quello che sembra!

- Una volta appreso il ‘resta’ Ester ha fatto eseguire l’esercizio a Berta sulle scale del parco.
In pratica:
Ester portava Berta in cima alle scale del parco, le richiedeva un ‘seduto’ e poi solo lei scendeva le scale facendo eseguire a Berta il ‘resta’.
Una volta arrivata in fondo alle scale Ester si accovacciava e la richiamava dicendole ‘Vieni’ (vedi esercizio del ‘richiamo’ nei post precedenti). Appena Berta arrivava da lei, veniva premiata con un Ok e bocconcino!

Trascorsa questa fase Ester ha cominciato a lavorare con Berta sulle scale di casa un po’ alla volta. In pratica ha iniziato facendole salire due gradini, seguendo poi la solita sequenza: ‘seduta’, ‘resta’, ‘vieni’, ‘ok’ bocconcino!

Non tutto è andato liscio subito però! Le prime volte Ester mi ha contattato per dirmi che nonostante al parco Berta si comportasse egregiamente, al momento di lavorare a casa si bloccava ed eseguiva gli esercizi in maniera forzata…era ancora molto spaventata! Il nostro intento era quello di far vedere a Berta le scale sotto un aspetto nuovo, non più come qualcosa di ostile ma come qualcosa di divertente o quantomeno neutro.
Per questo ho consigliato ad Ester di iniziare a lavorare di nuovo in vicinanza delle scale ma senza farla salire.
Beh, in poco tempo Berta è riuscita non solo ad eseguire gli esercizi vicino alle scale, ma anche a salirle e scenderle senza difficoltà!
Giudicate un po’ voi…

Come alcuni di voi avranno notato Berta sembra aver associato la discesa delle scale non solo al bocconcino (che Ester nel video non somministra per ovvie ragioni dal momento che tiene la telecamera), ma anche alla gioia dell’uscita di casa!

Complimenti a Ester ma soprattutto alla splendida Berta!  


martedì 11 dicembre 2012

Gli amici di Zac


Ciao quadrupedi, come andiamo…vita da cani, eh?
Mi scrivono altre tre dolci cagnoline. Vivono tutte assieme e vanno pazze per la loro simpatica amica Ester. E’ lei, infatti, che in questi anni le ha adottate togliendole da condizioni di vita difficili! Ben fatto Ester, se gli umani fossero tutti come te non ci sarebbe più neanche un randagio!!!  
Ma torniamo alle nostre tre belle cagnoline:


Questa è Stella, ha 5 anni è molto vivace e giocherellona. Con Ester giocano sempre a nascondino…un gioco divertente (che tra l’altro fa parte dei giochi di ricerca di cui parlerò in seguito). Mi è molto simpatica anche perché è golosissima, proprio come me!




 

Lei, invece, è Louise la più attempata del gruppo e dal momento che sono un galan-cane sorvolerò sull’età, ma proprio perché è la più ‘saggia’ del gruppo è lei che decide le regole.
La sua regola preferita è questa:
”Tutto ciò che è mio è mio, tutto ciò che è di Berta e Stella invece…è pure mio”
 Agli ordini capo!
 






Infine abbiamo Berta! Lei è l’ultima arrivata del gruppo e nonostante sia stata abbandonata per strada da qualche deficiente (di umani così ce ne sono diversi e purtroppo non si rendono conto di quanto fanno male, pure a se stessi…poveri imbecilli!)…dicevo, nonostante sia stata abbandonata, lei che è molto intelligente, non ha perso per niente la fiducia negli umani. Anzi si è legata moltissimo ad Ester e il loro rapporto è talmente bello che ha permesso a Berta di superare alcune difficoltà come per esempio la fobia di scendere le scale. Sì, adesso Berta ha imparato a gestire questa sua paura, ma di questo parlerò in seguito in una delle mie prossime letterine!
  
Un bauuuu a tutte quante!!!








lunedì 10 dicembre 2012

Max, feromoni per comunicare...

Max scrive…

Ehi mici,                                                         Giorgia,la mia co-inquilina è appena rientrata in casa: deve essere stata qua sotto dagli amici randagi per dar loro da mangiare, lo fa ogni giorno!                                                    
Ma che vedo…una borsa della spesa, sicuramente là sopra i micetti (e le micette) del quartiere saranno andati a strofinarsi. Andiamo a curiosare.                                       
Bene, procediamo: avvicinamento, sollevamento del labbro superiore, bocca semi-aperta, rapidi movimenti della lingua, inspirare!                                                           
Che sto facendo? No, no, non sono impazzito…sto semplicemente esibendo un comportamento mooolto naturale. Gli umani lo chiamano flehmen o Lip-Curl, permette a noi mici di percepire e riconoscere alcune sostanze che vengono chiamate feromoni. Con questo sistema, attraverso uno speciale organo chiamato organo vomero-nasale o di Jacobson, queste sostanze giungono alla mucosa olfattiva che ne tappezza le pareti. Da qui l’informazione arriva direttamente al nostro cervello – che non si può definire altro che meraviglioso! – riuscendo così ad influenzare il nostro stato di umore e il nostro comportamento. I feromoni sono, quindi, sostanze alla base della comunicazione non solo di noi felini.                                      
La loro produzione ci viene così, spontanea! Voglio dire che quando sono necessari non è che diciamo:“Adesso produco un po’di feromoni!”                                 
Semplicemente ce li abbiamo già lì pronti a disposizione. Ma lì dove? Beh, le zone del nostro corpo – affascinante direi – che producono queste sostanze sono molte. Fabbrichiamo feromoni, per esempio, a livello delle ghiandole del mento, intorno alla bocca, vicino ai nostri baffoni, sulla pelle un po’ spelacchiata delle tempie, ma anche all’interno di alcune ghiandole intorno al nostro sederino, di ghiandole sopra e sotto la base della coda; e ancora…per mezzo di ghiandole a livello delle nostre zampette in prossimità dei cuscinetti dei piedi ma anche tra le dita e poi pure nel solco inter-mammario (tra le mammelle per intendersi). E ci sono feromoni pure nella saliva, nelle urine, nel liquido amniotico (quello dove noi gattini ancora nella pancia di mamma gatta ci culliamo felici e contenti, che bello!). In pratica siamo una ‘fabbrica’ di feromoni ambulante! Ma non tutti i feromoni hanno la stessa funzione, ogni zona produce feromoni differenti che noi baffuti utilizziamo in circostanze diverse: diciamo che abbiamo un feromone per ogni occasione, molto chic, non vi pare?! Questo è un argomento sicuramente da approfondire ma…la prossima volta: devo andare a depositare un po’ dei miei preziosissimi feromoni facciali in giro per casa…ogni tanto una rinfrescata ci vuole!   

venerdì 7 dicembre 2012

Un approccio corretto!

Zac scrive…

L’ho scampata Armandino!
Appena ho visto che la signora Scacciacani si avvicinava ho fatto finta di niente, ho cominciato ad annusare per terra e mi sono allontanato dietro a dei cespugli…che furbo che sono!!!
Così adesso ho anche il tempo per scriverti queste poche righe.
Allora, dove eravamo rimasti…ah sì, parlavamo del modo migliore per un bipede di incontrare un cane.
Dipende…se ad esempio una persona si avvicina con il proprio quattrozampe al guinzaglio, il bipede che approccia il cane si dovrà abbassare piegandosi sulle ginocchia offrendo il fianco e voltando lo sguardo in una direzione diversa da quella del cane: questi sono tutti ‘segnali calmanti’, li usiamo anche noi pelosi quando ci incontriamo e servono a chiarire che l’incontro sarà pacifico. In pratica il messaggio è questo:
‘Ehi amico, non ti allarmare io ho solo intenzione di conoscerti meglio!’
Ok, ok, i segnali calmanti sono molti di più di questi…te ne parlerò prossimamente!
Ma torniamo al nostro incontro…nel momento in cui il cane si avvicina e si mostra disponibile all’incontro l’umano bipede si alzerà lentamente. Se l’umanoide conosce già il cane o comunque capisce che il quattrozampe ha buone intenzioni potrà anche rimanere in piedi ma la posizione non sarà mai frontale e il busto mai piegato sul cane: semplicemente voltato di circa 45° rispetto al cane con le braccia vicino al corpo. I movimenti, poi, dovranno essere comunque lenti e rilassati.
Se, invece, è il bipede ad andare incontro al cane al guinzaglio, si dovrà avvicinare con una traiettoria semicircolare ponendosi sempre di fianco una volta arrivato da lui. Poi si dovrà abbassare come nel caso precedente oppure rimanere in piedi se i due si conosco già.
L’ominide potrà anche offrire bocconcini (uno alla volta): questo servirà a migliorare l’interazione.
Gli umani che vanno a spasso insieme ai propri amici pelosi farebbero bene a portare con sé squisiti bocconcini da far offrire al proprio cane nel momento dell’incontro con altre persone, così è più bello!!!
Ma che vedo?! La signora Scacciacani si sta allontanando! Sarà meglio che torni in fretta da tuo papà e lo convinca a tornare a casa…preeeesto!!!     

mercoledì 5 dicembre 2012

Gli errori della signora Scacciacani





Zac risponde…



Per mille salsicce Armandino!
La povera Betsy ha avuto la sventura di imbattersi nella signora Scacciacani! Lei pensa di saperci fare con noi quattrozampe e invece è proprio un disastro.
Noi pelosi del quartiere la conosciamo tutti e appena la vediamo…beh, alcuni di noi scappano via tirando il guinzaglio in direzione opposta, altri cominciano ad annusare per terra come se avessero fiutato un tartufo di 30 kg!
Eh sì, la signora nell’approccio con Betsy ha sbagliato proprio tutto: intanto è sbucata fuori all’improvviso…e va bene, questa non è stata colpa sua, ma ha spalancato gli occhi (un’espressione che il cane può decifrare come un comportamento di allarme oppure come un invito ad agitarsi), ha aumentato il passo ed è andata dritta verso Betsy: un’andatura più rilassata e una traiettoria semicircolare avrebbero avuto certamente un effetto migliore.
Per non parlare di come era vestita: le borse della spesa e l’ampio impermeabile allargano la figura rendendola più minacciosa (pensa ai cattivi del Far West…sono vestiti con larghi pastrani e grossi cappelli in testa…brrr…che paura!). L’ombrello con la punta rivolta verso Betsy alla Lancillotto, poi, è stata proprio la ciliegina sulla torta!
Un’altra cosa che non si fa è quella di piegarsi sul cane a braccia protese in avanti: il peloso può vedere questa postura come una minaccia oppure può interpretarla come un atto di dominanza.
Il sorriso, che la maggior parte di noi cani ha capito essere un saluto amichevole, da alcuni pelosi, però, può essere interpretato come un ringhio o comunque un gesto ostile: non si sfodera un sorriso così con un cane che non si conosce!
Se, poi, aggiungiamo a tutto questo il parlare a raffica a voce alta e il pizzicotto sulla guancia, allora sì che avremo fatto il massimo per rendersi poco graditi ad un quattrozampe.
Qual è il modo migliore per avvicinarsi e farsi avvicinare da un cane?
Non ora...sono al parco con tuo papà e ho appena visto da lontano la terribile signora…viaaaa!