mercoledì 27 marzo 2013

Zac...la responsabilità di un'adozione!


Eh sì, caro Armandino, hai proprio ragione: gli adulti protagonisti della storia che mi hai raccontato nella tua ultima letterina non si sono comportati per niente bene!
Prima di tutto il papà di Giacomino non avrebbe dovuto, così da un momento all’altro, chiedere ai bambini se volevano ‘prendere’ un cagnolino: i cani non si ‘prendono’ ma si adottano e nel momento che decidiamo di condividere la nostra vita con loro ci prendiamo l’impegno e la responsabilità di accudirli e rispettarli.
L’adozione, poi, deve essere una scelta condivisa da tutta la famiglia, non un capriccio dell’ultimo minuto. Se in famiglia ne avessero parlato prima tutti insieme, avrebbero capito che la mamma non era per niente d’accordo. Magari con il tempo la mamma avrebbe potuto anche cambiare idea, ma vedersi comparire un quattrozampe senza essere avvertita…beh, per lei è stato troppo!
Anche la mamma, però, a mio avviso avrebbe potuto comportarsi in un altro modo. In pratica ha trattato il nuovo arrivato così come ci si comporta con un giocattolo:
“Bambini potete giocarci per tutto il pomeriggio, ma domani lo riportiamo al canile”
Cara signora, lei non ha neanche provato a costruire una relazione con Peter, non ha capito che quel cucciolo rappresentava una risorsa importante per i suoi figli e probabilmente anche per lei! Non si tratta di un bambolotto con cui giocare ma di un essere senziente che prova delle emozioni e regala emozioni, proprio come lei!
Per lei potrà anche essere solo ‘quel cane’ ma per i suoi figli è Peter il loro nuovo, inseparabile amico.
Non parliamo, poi, dell’operatore del canile: sarà stato pure anziano ma questo non giustifica affatto il suo comportamento superficiale. In pratica l’incompetente signore ha lasciato che il momento dell’adozione fosse completamente gestito dal papà di Giacomino e dai bambini: ha abbandonato al loro destino cani e persone.
Il momento dell’adozione rappresenta uno dei punti cardine nella corretta gestione di un canile. I cani devono essere prima selezionati (non tutti i cani sono adottabili o almeno non subito). In seguito deve essere fatto un colloquio con gli aspiranti proprietari: se, infatti, fosse stato fatto un colloquio preliminare già sarebbe stato chiaro che la mamma di Giacomino non era per niente contenta di adottare un cucciolo. Inoltre i futuri compagni del piccoletto dovrebbero essere invitati a passare qualche ora in canile insieme al cane per meglio comprendere le sue necessità, per conoscerlo meglio e per avere informazioni su una sua corretta gestione una volta arrivato a casa.
Sarebbe opportuno, poi, non presentare alla nuova famiglia il primo cane che capita ma capire quali sono le esigenze che i componenti del gruppo hanno e quali potrebbero essere i problemi di gestione : in base a questo dovrebbero essere loro presentati quei cani che, secondo le persone incaricate della gestione delle adozioni, sono ritenuti migliori per quel determinato tipo di situazione familiare. Ad esempio se ci sono persone anziane in casa forse è meglio proporre un cane adulto e tranquillo piuttosto che un cucciolo che è sempre tra i piedi.
Insomma, come avrai capito Armandino, adottare un cane non è come andare in un negozio a comprare un paio di scarpe. Il momento dell’adozione deve essere affidato ad uno staff di persone preparate e competenti, capaci di seguire il cane e i suoi nuovi amici anche dopo l’adozione stessa, andando a casa loro o invitando il gruppo a degli incontri presso il campo di sgambatura del canile. E tutto ciò non per controllare o per giudicare, ma semplicemente per aiutare il nuovo gruppo a consolidarsi sempre più e per sincerarsi che per tutti, quattrozampe compreso, sia iniziata una nuova, bellissima esperienza.
Tutto ciò servirà a diminuire notevolmente le possibilità che il cane venga riportato al canile o peggio ancora venga di nuovo abbandonato e costituirà un’ottima pubblicità per il canile stesso: sempre più persone saranno portate a recarsi in canile dove saranno sicure di trovare passione, impegno ma anche competenza e professionalità!     

mercoledì 20 marzo 2013

Armandino...un'adozione irresponsabile!!!

Armandino scrive…
Sai Zac…oggi sono davvero triste!
Stamattina a scuola appena è suonata la campanella della ricreazione tutti si sono alzati per andare fuori a giocare…tutti tranne Giacomino!
Lui è rimasto lì al suo posto con la testa tra le mani. Allora io mi sono avvicinato e gli ho chiesto:
“Che hai Giacomo, non stai bene?”
Solo dopo qualche secondo lui ha alzato la testa, aveva gli occhi gonfi di lacrime, e mi ha detto:
“Armandino, ieri mi è capitata una cosa bruttissima”
“Ieri?! Di domenica? Che può accadere di brutto ad un ragazzino la domenica: non c’è scuola!” ho ribattuto io sperando di strappargli un sorriso.
Ma niente da fare, Giacomino mi ha fissato per qualche secondo e poi ha proseguito:
“Sì, insomma, io e la mia sorellina Clara ci eravamo appena seduti a tavola per fare colazione quando il papà ci ha detto che quella mattina ci avrebbe portato a fare un bel giro in bicicletta. Lui solo, però, perché la mamma doveva finire di fare le pulizie! Così abbiamo preso le nostre bici e siamo andati verso la campagna. Ad un certo punto siamo passati davanti al canile municipale, la domenica mattina si sente sempre un grande abbaiare di cani. Allora il papà ci ha domandato se per caso non avessimo voglia di prendere un cagnolino con noi. Beh, tu che avresti risposto?”
“E me lo domandi pure?” gli ho risposto io anche se pensavo che prima di adottare un altro cucciolo avrei certamente preso in considerazione le tue esigenze, caro amico Zac!
“Appena siamo entrati” ha continuato Giacomino “ci è venuto incontro un signore piuttosto anziano che, senza troppi preamboli e senza farci visitare il canile, ci ha portati direttamente ad un box dove c’erano dei cuccioli di pochi mesi insieme alla mamma. Ci ha fatto cenno di avanzare e ci ha detto di scegliere quello che più ci piaceva, poi se ne è andato dicendo che aveva tante altre cose da fare. I cuccioli erano tutti bellissimi ma a noi ci ha colpito subito un batuffolo bianco e nero…sì, il nostro Peter! A papà, poi, lo stesso signore del canile ha fatto firmare un foglio e così ci siamo portati a casa Peter.”
“E allora? Che c’è da piangere adesso hai un amico in più!”
“No Armandino, non è proprio così. Appena arrivati a casa la mamma ha cominciato a dire che quel cane non era per niente una bella sorpresa, anzi era un grosso problema. Continuava a ripetere che i cani riempiono la casa di peli, che sporcano, e poi devono essere portati fuori in continuazione, e…come faremo quando andremo in vacanza? Dove lo lasceremo? Così nel pomeriggio, dopo aver parlato un po’ da sola con il papà è venuta da noi e con un mezzo sorrisetto ci ha detto che potevamo tenere quel cane ma solo fino all’indomani, sì ci potevamo giocare quanto volevamo per tutto il pomeriggio, ma solo per quella domenica, contenti? Stamattina il papà è andato a riportare Peter al canile così io quando uscirò da scuola, tornerò a casa e la troverò vuota!”
“Mi dispiace Giacomino!”
“A me di più” ha continuato ormai senza più lacrime “la mamma è proprio cattiva!”
Beh, io non credo che sua mamma sia cattiva, credo, però, che tutti gli adulti protagonisti di questa storia si siano comportati in modo irresponsabile e superficiale…ancora una volta si salvano solo cani e bambini!!!    

lunedì 11 marzo 2013

Max...il trasportino non fa paura!!!


Cari mici,
eccovi un altro piccolo racconto su cui riflettere: l’altro giorno è venuta a casa la signora Fulvia, un’amica dei Giorgi, i miei coinquilini.
Ebbene questa cara signora appena mi ha visto ha cominciato a farmi un sacco di complimenti:
“Ma che gatto meraviglioso! Che pelo stupendo! Ma com’è elegante ed educato! E poi è trooooppo affettuoso!”
Vi devo confessare che appena qualche giorno prima mi ero fatto un giro dal toelettatore e quindi ero in forma smagliante! E poi appena l’ho vista ho cominciato a strofinarmi tutto su di lei e a fare le fusa: più lei parlava e più le fusa aumentavano di intensità…ad un certo punto mi sembrava di essere sopra ad un trattore!
“Magari il mio gatto fosse come il vostro! Sì, è affettuoso e non lo cambierei per niente al mondo, ma è anche molto schivo e riservato”
“L’altro giorno poi” ha continuato “ ne ha combinata una davvero grossa: io e mio marito Fulvio dovevamo portare Puffy (così si chiama la belva di 8 kg) dal veterinario. Ci siamo, quindi, preparati e ci siamo diretti verso il ripostiglio per tirar fuori il trasportino. Non abbiamo neanche fatto in tempo ad appoggiarlo per terra al centro del salotto che Puffy era già andato a nascondersi sotto al letto! All’inizio abbiamo provato a convincerlo con le buone mettendogli il trasportino davanti e invitandolo a entrare ma…niente da fare! Allora mio marito Fulvio si è spazientito e ha organizzato la cattura: io cercavo di fare uscire il gatto da sotto al letto con la scopa, mentre lui dall’altro lato provava ad afferrarlo. La conseguenza è stata una caccia sfrenata per tutta casa e il mio povero Fulvio all’ospedale!” e ha preso il cellulare per farci vedere una foto…all’inizio sembrava si trattasse della mummia di Tutankamen ma in effetti…a guardarla bene…eh sì, era proprio Fulvio!
Cari mici, questi umani non hanno capito che se tirano fuori il trasportino solo per portarci da quei perfidi vet, col cavolo che ci entriamo!
Già solo la vista di quell’orribile oggetto ci ricorda brutte esperienze fatte di belve latranti in sala d’aspetto affacciate alla porticina della gabbia, di iniezioni a tradimento e termometri nel didietro!
Il quadro poi si completa se pensiamo che il trasportino non viene lavato quasi mai: così i feromoni di allarme (ricordate?) rimangono ben fissati al suo pavimento e alle pareti.
Loro non hanno capito che il trasportino deve essere un oggetto di uso comune all’interno della casa. In pratica deve essere lasciato aperto a nostra disposizione per tutta la giornata, deve diventare un ‘oggetto d’arredamento’, un posto dove noi gatti possiamo andarci a riposare ed eventualmente nascondere.
Ancora meglio se ogni tanto (questo deve essere fatto soprattutto con il gattino piccolo) i nostri amici bipedi, chiudono la gabbietta e ci portano a fare un giro in auto, con molta calma, senza stress e senza andare dal veterinario (o se ci andiamo solo per salutarlo e farci fare qualche carezza).
Quando, invece, ci portano dal vet per una visita o per il vaccino…beh, in questo caso i livelli di stress aumentano e cominciamo a spalmare i nostri bei feromoni di allarme in tutta la gabbietta. Ecco perché, una volta a casa, il trasportino dovrà essere lavato con acqua calda e sapone neutro anche se agli occhi degli umani sembra pulito.
Poi verrà messo in bellavista nel posto dove stava prima, con lo sportello aperto, in modo da farci prendere di nuovo confidenza con lui.
Naturalmente, proprio perché dovrà essere facilmente lavabile, meglio utilizzare un trasportino smontabile di plastica. Se i vostri umani bipedi hanno già un trasportino a gabbia sarà opportuno mettervi sopra una coperta…chi andrebbe a ripararsi dentro ad una tana con il tetto trasparente?!
Quelli di legno intrecciato? Roba da antiquariato: siamo nel 2013 non lo sapevate?
Bene, non ci sono dubbi…questo è il modo giusto per ‘vivere’ il trasportino!
Fatelo sapere anche ai vostri coinquilini umani!

venerdì 8 marzo 2013

Gli amici di Zac

Ciao a tutti,
questa bellissima signorina è Sissy


Qui la vedete in perfetta forma mentre ammira il panorama del meraviglioso altopiano ragusano

 Qui, invece, colta di sorpresa dopo una bella panciata di sonno!


Infine qua sopra mentre fa un giretto insieme al suo caro amico Giuseppe!
Un festoso scodinzolo a tutti e due!!!
 

martedì 5 marzo 2013

Yoghi...terapia comportamentale



Bene, questo è il protocollo di terapia comportamentale prescritto per Yoghi:

Esercizio ‘seduto’
I proprietari dovranno impegnarsi nel far apprendere per bene a Yoghi l’esercizio del ‘seduto’ (l’esecuzione del ‘seduto’ è stata illustrata in uno di post precedenti).
Tale esercizio servirà per gestire meglio l’iniziativa in ogni momento della giornata: Yoghi da ora in poi si dovrà guadagnare ogni ricompensa.

Gestione del cibo 
Il cibo a disposizione dovrà essere tolto e somministrato ad orari ben precisi, così Yoghi non potrà servirsi della ciotola quando vuole ma dovrà necessariamente attendere che sia un componente della famiglia a dargli da mangiare.
Quindi le ciotole verranno lasciate a terra per 15-20 minuti e poi tolte per essere di nuovo riempite al pasto successivo (almeno 2 pasti al giorno).
E’ assolutamente sconsigliato somministrare cibo ai cani da tavola: abbiamo visto che i cagnolini appartenenti al gruppo e Yoghi in particolare elemosinano e ottengono cibo a tavola. Quindi sono i cani a decidere quando e quanto mangiare: anche nel momento del pasto è Yoghi a prendere l’iniziativa e invitare i proprietari a somministrargli cibo.
Per evitare tutto questo, i componenti della famiglia potranno mettere da parte tutti i bocconi che vogliono dare ai cani per poi somministrarli in seguito una volta che avranno sparecchiato la tavola.

Gestione dello spazio
Dal momento che i proprietari hanno espressamente richiesto di non togliere l’uso di divani, poltrone e letti ai cani, Yoghi potrà tranquillamente riposarvi sopra. Ad una condizione però: solo dopo il consenso dei proprietari.
In pratica, se durante la giornata Yoghi salirà sopra il divano di sua iniziativa, dovrà essere gentilmente richiamato a terra e una volta giù gli verrà dato il consenso di salire ma solo dopo avergli fatto eseguire un ‘seduto’. Nel far scendere il cane non si dovranno usare modi bruschi (mai dare occasione di scatenare conflitti o competizioni), né tantomeno prendere di forza il cane e tirarlo giù (allora sì che si scatenerebbe il conflitto con il rischio di provocare un’aggressione).
Semplicemente la sequenza sarà questa:

“Yoghi scendi” Se non scende ci si allontanerà e ci si abbasserà richiamandolo (vedi post precedente sul ‘richiamo’). Una volta sceso verrà premiato con un “ok” e un bocconcino.

Subito dopo gli verrà richiesto un ‘seduto’…

…e una volta eseguito gli sarà permesso di salire “ok, sali”

Questo vale anche per il letto nel momento in cui si andrà a dormire.

Far scendere Yoghi tutte le volte che prova a salire addosso
Tutte le volte che i cani (per non modificare la struttura del gruppo dovremo comportarci così anche con gli altri cagnolini) tentano di salire addosso con le zampe anteriori ci dovremo voltare rapidamente in modo da farli scendere e una volta a terra li premieremo dicendo loro “ok, bravo”. Subito dopo faremo eseguire un ‘seduto’ prima di dar loro di nuovo attenzione.

Giochi
Con Yoghi si giocherà al riporto della palla (vedi post precedenti).
Ricordo di giocare con lui da solo in modo tale da non creare troppa confusione nel gioco.
Il gioco servirà a rafforzare il legame con lui e a creare un rapporto di fiducia nei confronti dei proprietari.

Se ruba oggetti
In questo caso non dovremo rincorrere il cane per tutta casa ma semplicemente allontanarsi da lui, richiamarlo verso di noi con il solito metodo e somministrargli dei bocconcini. Nel momento in cui lui si mette a mangiare con tutta calma andremo a recuperare l’oggetto rubato.
Se, poi, Yoghi dovesse continuare a tenere l’oggetto e a non rispondere al richiamo non dovremo far altro che avvicinarsi a lui e lanciargli dei bocconcini a qualche metro di distanza. Nel momento in cui il cane va a mangiare andremo a recuperare l’oggetto rubato.
Al posto dei bocconcini potremo anche utilizzare la pallina, lanciandola a distanza di qualche metro in modo da far allontanare Yoghi dall’oggetto che ha rubato per poi andarlo a recuperare con tutta calma.
Tutto ciò per non creare ancora una volta un conflitto tra cane e proprietario e permettere ai proprietari di gestire il momento difficile senza alcun rischio.
Uscite in passeggiata
Abbiamo visto che Yoghi è molto contento quando esce: per lui è un’occasione di svago e divertimento. Per cui almeno una volta durante la giornata uno dei componenti della famiglia lo porterà fuori in passeggiata.
Attenzione, però, a gestire il momento in modo corretto: se è Yoghi a venire da noi per richiederci con insistenza di andare fuori mostrandosi troppo agitato non dovrà essere considerato; nel momento in cui, invece, Yoghi si mostra tranquillo, prenderemo il guinzaglio, lo richiameremo e solo dopo avergli fatto eseguire il ’seduto’ gli metteremo il guinzaglio e lo porteremo in passeggiata.


A questo punto devo puntualizzare che questa è la terapia comportamentale prescritta per Yoghi e i suoi proprietari. Sottolineo il fatto che ogni protocollo è personalizzato e difficilmente può essere utilizzato su altri soggetti e in altre situazioni, almeno non senza effettuare una visita comportamentale.

Ancora un caro saluto a Yoghi e ai suoi familiari, buon lavoro!