Cari mici,
eccovi un altro piccolo
racconto su cui riflettere: l’altro giorno è venuta a casa la signora Fulvia,
un’amica dei Giorgi, i miei coinquilini.
Ebbene questa cara signora
appena mi ha visto ha cominciato a farmi un sacco di complimenti:
“Ma che gatto meraviglioso!
Che pelo stupendo! Ma com’è elegante ed educato! E poi è trooooppo affettuoso!”
Vi devo confessare che appena
qualche giorno prima mi ero fatto un giro dal toelettatore e quindi ero in
forma smagliante! E poi appena l’ho vista ho cominciato a strofinarmi tutto su
di lei e a fare le fusa: più lei parlava e più le fusa aumentavano di intensità…ad
un certo punto mi sembrava di essere sopra ad un trattore!
“Magari il mio gatto fosse
come il vostro! Sì, è affettuoso e non lo cambierei per niente al mondo, ma è
anche molto schivo e riservato”
“L’altro giorno poi” ha
continuato “ ne ha combinata una davvero grossa: io e mio marito Fulvio
dovevamo portare Puffy (così si chiama la belva di 8 kg) dal veterinario. Ci
siamo, quindi, preparati e ci siamo diretti verso il ripostiglio per tirar
fuori il trasportino. Non abbiamo neanche fatto in tempo ad appoggiarlo per
terra al centro del salotto che Puffy era già andato a nascondersi sotto al
letto! All’inizio abbiamo provato a convincerlo con le buone mettendogli il
trasportino davanti e invitandolo a entrare ma…niente da fare! Allora mio
marito Fulvio si è spazientito e ha organizzato la cattura: io cercavo di fare
uscire il gatto da sotto al letto con la scopa, mentre lui dall’altro lato
provava ad afferrarlo. La conseguenza è stata una caccia sfrenata per tutta
casa e il mio povero Fulvio all’ospedale!” e ha preso il cellulare per farci
vedere una foto…all’inizio sembrava si trattasse della mummia di Tutankamen ma
in effetti…a guardarla bene…eh sì, era proprio Fulvio!
Cari mici, questi umani non
hanno capito che se tirano fuori il trasportino solo per portarci da quei
perfidi vet, col cavolo che ci entriamo!
Già solo la vista di quell’orribile
oggetto ci ricorda brutte esperienze fatte di belve latranti in sala d’aspetto
affacciate alla porticina della gabbia, di iniezioni a tradimento e termometri
nel didietro!
Il quadro poi si completa se
pensiamo che il trasportino non viene lavato quasi mai: così i feromoni di
allarme (ricordate?) rimangono ben fissati al suo pavimento e alle pareti.
Loro non hanno capito che il
trasportino deve essere un oggetto di uso comune all’interno della casa. In
pratica deve essere lasciato aperto a nostra disposizione per tutta la giornata,
deve diventare un ‘oggetto d’arredamento’, un posto dove noi gatti possiamo
andarci a riposare ed eventualmente nascondere.
Ancora meglio se ogni tanto
(questo deve essere fatto soprattutto con il gattino piccolo) i nostri amici
bipedi, chiudono la gabbietta e ci portano a fare un giro in auto, con molta
calma, senza stress e senza andare dal veterinario (o se ci andiamo solo per
salutarlo e farci fare qualche carezza).
Quando, invece, ci portano
dal vet per una visita o per il vaccino…beh, in questo caso i livelli di stress
aumentano e cominciamo a spalmare i nostri bei feromoni di allarme in tutta la
gabbietta. Ecco perché, una volta a casa, il trasportino dovrà essere lavato
con acqua calda e sapone neutro anche se agli occhi degli umani sembra pulito.
Poi verrà messo in bellavista
nel posto dove stava prima, con lo sportello aperto, in modo da farci prendere
di nuovo confidenza con lui.
Naturalmente, proprio perché dovrà
essere facilmente lavabile, meglio utilizzare un trasportino smontabile di
plastica. Se i vostri umani bipedi hanno già un trasportino a gabbia sarà
opportuno mettervi sopra una coperta…chi andrebbe a ripararsi dentro ad una
tana con il tetto trasparente?!
Quelli di legno intrecciato?
Roba da antiquariato: siamo nel 2013 non lo sapevate?
Bene, non ci sono dubbi…questo
è il modo giusto per ‘vivere’ il trasportino!
Fatelo sapere anche ai vostri
coinquilini umani!
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